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Il tema di questo articolo è l’intervista che abbiamo fatto ad un cantautore italiano, Peppe Voltarelli. L’artista calabrese è venuto a Praga per presentare il suo nuovo album “La grande corsa verso Lupionopolis”, su iniziativa dell’Istituto Italiano di Cultura. In questa occasione è venuto a trovarci al nostro liceo ceco-italiano Ústavní accompagnato dai musicisti Alessandro Marzano e Giuseppe Oliveto per chiacchierare e, ovviamente, cantare le sue canzoni. Dopo averlo ascoltato parlare delle sue ispirazioni ed esperienze nel mondo della musica, il nostro gruppo ha deciso di conoscerlo meglio, non solo per interesse personale, ma anche per voi – i nostri lettori. Cominciamo allora con la domanda decisamente più interessante

“Ha provato il cibo ceco? Quanto le piace in confronto alla cucina italiana?”

“Questa è una bella domanda. Noi italiani siamo molto viziati. Il nostro stile di cucina si basa su dei principi molto solidi, quindi per noi è molto difficile abituarsi ad uno stile alimentare diverso. Io sono aperto al nuovo, ma per un fatto di abitudine, per esempio, ho bisogno di vedere le cose separate nel piatto e non tutto mescolato, senza poter distinguere cosa è. Ho scoperto, però, che lo stile di cucina ceca è cambiato, anche grazie ai molti italiani venuti qua, quindi ci sono piatti che ho nuovamente assaggiato e mi sono piaciuti, come ad esempio il gulasch”.

“Che cosa c’è di meglio nella Repubblica ceca e che cosa non le piace rispetto all’Italia?”

“Quando qualcuno visita un Paese diverso dal suo, deve avere una grande capacità empatica. Questo significa che la persona dovrebbe guardare, vivere, sentire la cultura di quel Paese in maniera neutra, senza nessun pregiudizio. Ho sempre notato nella Repubblica Ceca, per esempio, la differenza nel modo di comunicare: la gente è sempre più silenziosa e tranquilla. Invece gli italiani sono un po’ più agitati e rumorosi. Mi piace tanto l’atmosfera della Repubblica Ceca, in cui c’è questa particolare modalità anche quando sono riunite un paio di migliaia di persone. Penso che tutte le culture abbiano il loro suono, con cui tu devi entrare in relazione per capire… devi sviluppare dentro di te il modo per prestarci attenzione, per fartelo piacere, perché è come se uno dovesse un po’ abituarsi a camminare su quel tipo di terreno”.

“Oltre a cantare, che cosa le piace fare nel suo tempo libero?”

“Mi piace molto leggere, andare al cinema – ho studiato cinema. Sono cresciuto in una famiglia dove si faceva molto sport, si guardava molto sport, quindi sono molto appassionato di tennis e atletica leggera (suo padre era un allenatore di atletica leggera). Comunque, non ho degli hobby in particolare, a me piace abbandonarmi anche alle circostanze del momento”.

“Ha qualche consiglio per i musicisti giovani che hanno appena cominciato la loro cariera?”

“Gli inizi sono tutt’altro che semplici. E’ importante, prima di tutto, cercare sempre di amare e stare bene con gli altri e, soprattutto, osservare gli altri. La cosa importante è capire chi si ha davanti. La carriera non è soltanto una corsa verso il successo, ma significa anche cadere; è una corsa che ci permette di raggiungere un nostro modo di stare al mondo, che ci può far sentire bene con noi stessi e con gli altri. Il mio consiglio è quello di cercare di essere sempre noi stessi, di non inseguire mai dei modelli troppo lontani. Alla fine è bello amare chiunque, anche quelli che a prima vista non ci piacciono. Anche l’umiltà è molto importante, amare e apprezzare quello che ci circonda, anche se, come nel mio caso, hai la fissa del musicista che vorrebbe sempre e solo suonare. Amare gli altri è come un allenamento, un esercizio per progredire, per fare carriera. Se tutti imparassero a stare con gli altri… si eviterebbero persino le guerre”.

 

“Un consiglio per noi giovani e per i nostri lettori: cosa fare quando c’è un fallimento, quando arriva la mancanza di motivazione, per svegliarsi e ricominciare?”

“Sai, per affrontare un fallimento bisogna avere tanto coraggio e per avere coraggio bisogna avere degli amici che ti stanno vicino, che ti consigliano e che si prendono cura di te, che ti ascoltano. Se hai questo, tu non consideri quello che ti è capitato un fallimento, ma solo un incidente. Il vero fallimento è quando non vedi davanti a te la strada lunga e larga e non sai di poter scegliere. Per questo gli amici sono importanti. E poi, per ricominciare è necessaria la curiosità… sì, la curiosità ti dà la forza per ricominciare. E questa forza ce l’hai solo se sei una persona curiosa ed aperta ad imparare e stupirsi. Anche innamorarsi è bello e non necessariamente di una persona, ma della vita”.

 

Grazie, Peppe, alla prossima!

 

 

Elman Tobias (classe 3.C)

Istomina Polina (classe 5.C)

Vokurkova Filipa (classe 5.C)

 

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