
Il 20 febbraio 2024, grazie all’Istituto Italiano di Cultura, abbiamo avuto l’opportunità di vedere il film Le Terme di Terezin (nell’originale “Terezín: Láska za zdí“), diretto da Gabriele Guidi. In questo articolo vorremmo raccomandarne la visione e dimostrare la sua grande importanza.
Che cos’è Terezín?
Si tratta di un campo di concentramento istituito dai nazisti come cosiddetto Ghetto, dove furono deportati cittadini di origine ebraica dal novembre 1941 alla primavera del 1945. Si trova non lontano da Praga. Non si trattava di un campo di sterminio, infatti vi furono “solo” due esecuzioni per impiccagione per reati minori, come non aver salutato un membro delle SS togliendosi il berretto o per aver inviato di nascosto un messaggio a casa. Tutto questo serviva per imporre la paura.
La vita culturale fu consentita dopo un certo tempo, poiché avrebbe dovuto servire come uno degli strumenti per nascondere la verità sulla sorte destinata agli ebrei. Per i prigionieri, l’arte in tutte le sue forme era di grande importanza, poiché li aiutava a superare la depressione e la paura di un futuro sconosciuto, oltre a preservare la propria integrità personale. Nel ghetto furono imprigionati anche migliaia di bambini e, nonostante la proibizione dei nazisti, l’insegnamento ebbe luogo segretamente e insegnanti ed educatori si dedicarono a loro con immensa dedizione.
Ancora oggi è possibile visitare Terezín, ma non è per i deboli di cuore. I libri rilegati in pelle umana
o una lampada con un paralume fatto di pelle umana vi metteranno in testa la domanda: “Come
può una nazione così istruita abbassarsi a tale crudeltà?”
Del film e delle nostre opinioni
Il film racconta la storia dei prigionieri di Terezín, precisamente si concentra sulla vita di due musicisti: Antonio, un clarinettista italiano, interpretato da Mauro Conte, e Martina, una violinista cecoslovacca, interpretata da Dominika Zeleníková. La loro storia inizia a Praga, dove i due si erano incontrati ed innamorati prima di essere deportati a Terezín.
Evolvendosi, la storia dei due innamorati nel ghetto coinvolge anche le vite e i destini degli altri prigionieri musicisti come il personaggio reale Hans Krása. Tutti insieme riescono, grazie ad un briciolo di speranza e alla musica, a resistere al buio della guerra che li circonda. Per non svelarvi tutta la trama, adesso ci concentreremo sulla nostra opinione sul film: ci ha permesso di capire l’importanza della musica nei momenti più brutti e come una storia così pesante possa essere raccontata anche in maniera non necessariamente brutale.
Diciamo che il film è molto educativo, particolarmente per i più giovani, perché fa vedere una parte drammatica della storia europea in modo non crudele. Tuttavia, certe scene non erano particolarmente chiare, noi personalmente abbiamo sentito la mancanza di collegamenti che ci permettessero di capire meglio alcune parti dell’intreccio. Per concludere, vorremmo sottolineare che si tratta di una produzione ceco-italiana, dunque la realizzazione del film è frutto di un progetto comune ai due Paesi.
Articolo di Kantnerova Emma, Lestinova Anezka e Palma Swami (classe 5.C)